È davvero impressionante anche oggi il livello di strumentalizzazione politica sulla proposta di Mini-Bot per saldare debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni verso le imprese, prevista in una mozione approvata alla Camera all’unanimità, poi da qualche partito disconosciuta. Non sono moneta parallela, perché non è previsto che abbiano ‘corso legale’, ossia che possano essere utilizzati come mezzi obbligatori di pagamento. In secondo luogo, non sono neanche debito pubblico aggiuntivo perché il debito pubblico è stato già fatto: non rileva ai fini della contabilità pubblica, ma grava sulle imprese, fino a strangolare quelle più piccole. Inoltre, si omette che nella mozione è previsto che siano volontari per le imprese creditrici, mentre non è previsto che possano essere utilizzati per pagare le imposte. Si dovrebbe avviare una discussione seria e qualificata per affrontare un dramma, un problema che pesa per oltre 50 miliardi di euro: irrisolvibile con emissione di altri Titoli del Tesoro ordinari, dato il livello raggiunto dal nostro debito pubblico; irrisolvibile ancor di più con altri tagli al welfare o innalzamento di imposte, dati i massacri sociali già fatti. Si potrebbero verificare soluzioni migliori come, ad esempio, i ‘voucher elettronici’ proposti dal prof Amato dell’Università Bocconi. Invece, scatta violento il riflesso politico di chi vuol continuare a far pagare gli interessi più deboli e vuole dimostrare che non c’è alternativa all’insostenibile ordine liberista.

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