Il conflitto aperto tra il governo Italiano e la linea di politica economica dominante nella Ue e nell’Eurozona è rilevantissimo e durissimo. Ma è necessario a difendere l’interesse nazionale e, in particolare, il lavoro. Per affrontarlo con una qualche possibilità di ricaduta positiva avremmo bisogno di una compagine di governo seria, coesa e determinata, capace di coinvolgere forze politiche oltre il confine della maggioranza, attenta a costruire il supporto delle rappresentanze economiche e sociali legate alla domanda interna. Invece, Lega e M5S utilizzano la decisiva questione europea per l’ennesimo episodio della serie ‘Campagna elettorale’. Così, sprecano una straordinaria opportunità di recuperare autonomia nazionale. Indirettamente, portano acqua al mulino di T.i.n.a., ossia agli interessi più forti impegnati a dimostrare che non c’è alternativa all’europeismo liberista. L’Italia è di fronte a un bivio. Un soprassalto di senso di responsabilità dovrebbe indurre Salvini e Di Maio a scegliere la strada: ridefinire una strategia unitaria per il governo, oppure riconoscere che le differenze tra i due partiti sono così profonde da rendere impossibile la prosecuzione dell’esecutivo e della legislatura. Alzare la sfida politica nell’Ue e poi fare i pierini ogni giorno fa il gioco della conservazione e dell’establishment.
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