Il Rapporto Svimez anche quest’anno fa, con solida evidenza empirica, una fotografia agghiacciante delle condizioni dell’Italia: la Repubblica, una e indivisibile, e la pari dignità sociale dei cittadini sono obiettivi sempre più contraddetti e lontani. I dati sull’emigrazione, in particolare giovane e laureata, sono l’indicatore più doloroso e affidabile di un presente e di un futuro di disperazione. Ma il destino non è segnato. Serve, innanzitutto, riconoscere la questione meridionale come questione nazionale, non solo perché se affonda il Mezzogiorno affondiamo tutti, ma anche perché nel Mezzogiorno si manifestano in forma più acuta i problemi di tutto il Paese. Ma l’agenda della politica è segnata dalla Flat Tax e dalla cosidetta Autonomia differenziata: due politiche per aggravare e rendere irreversibile la fine dell’unità nazionale. È necessaria una strategia per l’Italia, un progetto-Paese in grado di forzare l’assetto regolativo del mercato unico europeo, fattore potente di divaricazione sociale e territoriale. È urgente una stagione di investimenti pubblici nelle infrastrutture di rete, nella rigenerazione delle città, nella formazione, nelle politiche industriali per ricostruire le condizioni per uno sviluppo sostenibile, condiviso e equo.

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