Caro Luigi Di Maio, No ai Balcani in Ue: si colpiscono ancor di più lavoro e piccole imprese. Su l’allargamento dell’Ue ai Balcani, è preoccupante la posizione del governo italiano ribadita oggi dal Ministro Di Maio nella sua audizione in Parlamento. Caro Ministro, la geo-politica è una variabile importante, ma non è l’unica. Continuare a allargare l’Ue a Paesi con costi del lavoro, welfare e tassazione minimale, come fatto in grande scala e sciaguratamente nel 2004, vuol dire continuare a colpire il lavoro e le piccole imprese legate alla domanda interna. Ampliare il mercato europeo ad altri 2 milioni di lavoratori e lavoratrici a 200-300 euro al mese vuol dire incrementare il flusso delle delocalizzazioni e, in Italia, aggravare la svalutazione del lavoro. Gli aspetti sociali non sono meno importanti dei fattori geo-politici. Dobbiamo proporre l’associazione dei Balcani alla Ue, senza ingresso nel mercato unico fino a quando non migliorano condizioni del lavoro, gli standard sociali e fiscali. Altrimenti, caro Di Maio, è inutile disperarsi di fronte alla prossima delocalizzazione o provare a compensare con i tagli al cuneo fiscale.

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