il crollo del viadotto ieri sull’autostrada Torino-Savona non può essere derubricato a ennesima emergenza. Ovviamente, i cambiamenti climatici giocano un ruolo importante ed è prioritario avviare un consistente piano pluriennale di investimenti per la messa in sicurezza del territorio. Ma qui, come per il ponte Morandi a Genova, la questione di fondo è la gestione privata dei monopoli naturali, come le autostrade. I risultati delle gestioni affidate a aziende private, come Atlantia o Gavio, ha determinato e determina ovunque, non soltanto in Italia, enormi extra-profitti e drammatica carenza di investimenti. La cosidetta ‘concorrenza per il mercato’ non funziona.
Controlli adeguati richiedono risorse professionali e finanziarie colossali, in sostanza di portata analoga a quelle richieste per la gestione. Va quindi ripresa e portata avanti, con gradualità, ma con determinazione, la revoca delle concessioni autostradali per arrivare alla gestione diretta da parte pubblica. Non c’è altro tempo da perdere.
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