Sulla manovra imposta stanotte al Senato, Salvini e Di Maio dimenticano qualche “Fatto!”. Ricordiamone 10:
1. La manovra partita come espansiva, in una fase di rallentamento dell’economia europea diventa restrittiva, anzi insostenibile a causa della correzione prevista per il 2020-21;
2. La “Fornero” viene soltanto ammorbidita per tre anni, non cancellata, mentre si tagliano anche le pensioni sopra i 1500 euro al mese;
3. Gli investimenti pubblici, il più efficace driver per sostenere domanda interna anemica e mettere in sicurezza il nostro malandato territorio, scendono addirittura sotto il minimo storico ereditato dal Pd;
4. Introdotti tagli alle agevolazioni fiscali per le imprese no-profit e al finanziamento per l’università e la ricerca;
5. Unità nazionale ulteriormente colpita a causa dei tagli agli investimenti e ai crediti d’imposta dedicati al Mezzogiorno e a causa della cosiddetta ‘legge di attuazione dell’autonomia differenziata’, una legge per la secessione dei ricchi. Cosi, senza investimenti pubblici, il cosiddetto ‘Reddito di Cittadinanza’ diventa una misura di sedazione per un Sud condannato alla povertà da un M55 utile idiota della Lega Nord;
6. Decine di migliaia di giovani vincitori di concorso rimangono fuori dalle pubbliche amministrazioni a causa del blocco totale delle assunzioni per il 2019. Di conseguenza, i servizi pubblici saranno ancora più scadenti;
7. Le nostre città, anche nei luoghi più preziosi, sono a rischio di ulteriore devastazione ‘grazie’ alla norma sul cambio di destinazione d’uso del patrimonio pubblico, inserita per privatizzarlo velocemente;
8. La formazione e la promozione della sicurezza sul lavoro vengono tagliate per 200 milioni all’anno, nonostante le promesse per contrastare la strage di lavoratori;
9. Lavoratrici e lavoratori pubblici sono lasciati senza risorse per il rinnovo dei contratti, mentre, nel settore privato, si incentiva con il taglio all’Ires anche il lavoro a tempo determinato;
10. Oltre a aggravare le clausole di salvaguardia ereditate, viene introdotta anche una pesante clausola di salvaguardia, per 2 miliardi, sulle spese con conseguenti ricadute sui servizi ai cittadini.
In sintesi, tra le promesse di bandiera e la resa al Fiscal Compact è venuta fuori una manovra Frankenstein.
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