È un passo avanti importante il Decreto per il credito alle imprese e il potenziamento del golden power, approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri. Ma è carente per equità fiscale e giustizia sociale. Siamo sicuri che le previste autorizzazioni della Commissione europea arriveranno ad horas e non ritarderanno l’operatività delle garanzie messe a disposizione dal Bilancio dello Stato alle banche e a CDP. Tuttavia, vi sono carenze da correggere in termini di equità e di efficacia. Vediamo qui le prime: tra le condizioni previste per accedere alle garanzie prestate dalla Repubblica Italiana va specificata la sede fiscale in Italia. Se,ad esempio, Fca ritiene la correzione inaccettabile, si faccia garantire i prestiti dall’Olanda, dove attualmente risiede sottraendo risorse preziose per il nostro bilancio. Inoltre, la sospensione del pagamento dei dividendi per gli azionisti delle società beneficiarie delle garanzie, nel Decreto limitata a 12 mesi, va estesa fino alla completa liberazione delle garanzie prestate. Infine, per l’accesso alle garanzie, va prevista anche una condizione limitativa per la remunerazione del management: ad esempio, un tetto 20 volte la retribuzione media degli operai presenti nell’azienda beneficiaria della garanzia pubblica fino alla sua liberazione completa. È utile che lo Stato italiano aiuti anche le grandi multinazionali con stabilimenti in Italia, ma almeno ora i principi costituzionali vanno affermati.

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