In estrema sintesi, per il vertice Ue di oggi: No al Mes per difendere periferie sociali. Le radicali divergenze dei partiti sul Mes riflettono i diversi interessi economici e sociali rappresentati: il Pd esprime gli interessi dell’Italia benestante, delle imprese orientate all’esportazione e dei loro lavoratori forti, del mondo del credito e della finanza, dei piani alti delle pubbliche amministrazioni, della cultura cosmopolita; il M5S ha avuto i voti delle periferie economiche e sociali, dei lavoratori precari, dei dipendenti sfruttati dei servizi pubblici esternalizzati, dell’indotto spremuto dalle ‘multinazionali tascabili’, delle piccole partite Iva, del commercio e dell’artigianato legato alla domanda interna. Per gli interessi rappresentati dal Pd, il Mes e il conseguente programma della Troika non è un grande problema. Per l’elettorato che si è affidato al M5S, i contraccolpi sarebbero insostenibili. Chi sta dalla parte delle periferie deve essere coerente, contrastare il Mes e spingere affinché la Bce faccia la banca centrale come fanno tutte le banche centrali degli altri Paesi.

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