Con la sentanza della Corte Costituzionale tedesca su Quantitative easing si aggravano le prospettive per Eurozona e Italia. La decisione è una sorta di ultimatum alla Bce in quanto, non soltanto inibisce acquisti asimmetrici di titoli di Stato in assenza di chiare condizionalità macroeconomiche e strutturali, ma dispone iniziative della Bundesbank e del Governo Federale di Berlino affinché Francoforte aggiusti lo stock di titoli già in acquistati. È un colpo pesante per l’Italia e un’ulteriore spinta verso il Mes, ovviamente nella sua ordinaria versione condizionata, come chiave necessaria, ma non sufficiente, per consentire alla Bce di attivare l’Omt, il programma di acquisti asimmetrico e illimitato, introdotto sotto la Presidenza Draghi per dare credibilità al “whatever it takes”. In sintesi, nella legittima interpretazione dei Trattati e nell’affermazione del primato della Costituzione tedesca sui Trattati, la decisione di Karlsruhe ribadisce che l’Unione europea è confederale, non federale ed è fondata sul principio della concorrenza, non della solidarietà fiscale. Si va in direzione opposta a quella che sarebbe necessario percorrere. Invece di continuare a inseguire obiettivi sostanzialmente inutili come il Sure e il Recovery Fund, sarebbe utile prendere finalmente atto della realtà e preparare adeguate alternative.

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