Il V Municipio di Roma ha emanato un bando per l’assegnazione di un immobile del Comune per finalita’ sociali. E’ davvero surreale il quadro amministrativo capitolino che si viene a determinare. Come segnala Caio, la Comunita’ per le autonome iniziative organizzate di Roma, la meritoria iniziativa del Municipio, riferita alla delibera 26 del 1995, quindi un’assegnazione a canone abbattuto dell’80 per cento, e’ in contraddizione radicale con la linea persecutoria attuata dall’amministrazione Raggi, in applicazione di una successiva delibera, la 140 del 2015, finalizzata a fare cassa con le proprieta’ del Comune sedi di attivita’ sociali e culturali fondamentali alla tenuta del welfare cittadino. Tali attivita’ sono state straordinariamente importanti per le famiglie piu’ in difficolta’, in questi mesi di lockdown e di scarsa assistenza, anche alimentare, da parte delle istituzioni. Lo saranno ancora di piu’ nella difficilissima fase davanti a noi, in una citta’ stravolta sul piano economico e sociale dalle conseguenze del Covid-19. Il prezioso contributo del tessuto associativo e di esperienze auto-organizzate negli immobili capitolini andrebbe riconosciuto e valorizzato. Lo strumento per farlo e’ il regolamento, ancora in gestazione, per l’utilizzo di tali immobili. Va riscritto nelle premesse e nell’articolato al fine di archiviare la famigerata valorizzazione e affermarne l’utilizzo a finalita’ sociale e culturale. Dalla prossima settimana, vi e’ graduale riapertura di tutte le attivita’ commerciali e religiose. In tale contesto, sarebbe utile riprendere il confronto sul regolamento in commissione Patrimonio, dal vivo, con il pieno rispetto delle norme per la sicurezza. Dobbiamo arrivare a un regolamento giusto e utile per la città.
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