L’amore per la musica dal vivo non deve avere costrizioni, ognuno deve assecondare i propri gusti e le proprie inclinazioni culturali. Per questo è sbagliato prevedere soltanto di restituire voucher al posto dei soldi spesi, con largo anticipo, per un concerto, annullato a causa dalle misure emergenziali per il Coronavirus. Il voucher infatti può essere utilizzato per lo stesso artista per uno spettacolo o un concerto rinviato, non per sostituire un artista con un altro o altra, come fossero commodities. È un punto culturale prima che economico: l’artista è unico per definizione. È per tale ragione che, settimana scorsa, abbiamo presentato l’emendamento 183.58 al Decreto Rilancio. Prevede la restituzione dei soldi, non solo per le giuste ragioni dei possessori del biglietto del concerto in questione, che pure è importante, trattandosi di cifre non irrisorie per le famiglie appassionate, ma anche per affermare il principio della libertà di scelta delle persone. Lo discuteremo la prossima settimana in Commissione Bilancio. Speriamo che l’autorevole intervento di Paul Mc Cartney convinca tutti i colleghi a sostenerlo.

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