Cara Cancelliera Merkel, il Mes no, grazie. Dopo l’intervista della Cancelliera tedesca a vari quotidiani, riprende ancora più forte l’offensiva per il Mes: l’impersonale “ce lo chiede l’Europa” è diventato “ce lo chiede la Merkel”. In realtà, la Cancelliera è stata molto diplomatica, come il suo solito. Ma il punto rimane. Sarebbe ora di affrontarlo senza attendere le irrisolutIve coperture del Recovery Fund. Basta far finta che la scelta dipenda dalle note a pie di pagina dell’ultimo allegato del dodicesimo Annex del protocollo di accesso al Mes sanitario. La scelta dipende dall’analisi dello scenario economico e dagli interessi che si intende salvaguardare. Inviterei gli entusiasti sostenitori del ricorso al Mes a riflettere su alcune domande. Prima: perche’ nessun altro Stato accorre a ritirare il ‘regalo’? Eppure, un significativo risparmio di spese per interessi lo maturerebbero anche Grecia, Portogallo, Spagna, Francia solo per menzionare gli Stati che avrebbero maggior convenienza. Seconda: come ripetiamo da mesi, il problema sono le condizionalita’ all’accesso o la valutazione del rischio di solvibilita’ del debitore dopo l’accesso e le conseguenti azioni richieste per ridurre tale rischio, ossia un programma di ‘aggiustamento’ macroeconomico e strutturale, come previsto dalle normative vigenti? Ricordo che a fine anno il nostro debito pubblico sara’ prossimo al 170% del Pil e la valutazione di sostenibilita’ e’ oggettivamente aperta. Terza domanda: le norme dei vigenti trattati europei e internazionali, dal Trattato di Funzionamento dell’Ue al Mes, dal Fiscal Compact ai regolamenti attuativi del ‘Two Pack’ sono derogati dai comunicati dell’Eurogruppo o del Consiglio europeo? No, ovviamente. La sottoscrizione dei prestiti implica l’osservanza di obiettivi di finanza pubblica irraggiungibili e soffocanti per l’economia reale. In conclusione, l’accesso al Mes sanitario e’ una scelta inutilmente pericolosa, per tirare a campare qualche mese. Dobbiamo dire un chiaro no al Mes e concentrare tutto il nostro capitale politico nel sostegno alla Bce, affinche’ aumenti gli acquisti e sterilizzi i Titoli di Stato in mano alle banche centrali nazionali. È l’unica strada per la salvezza nostra e dell’eurozona.

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