I dati della Caritas di oggi dovrebbero far riflettere tutte le forze politiche in Parlamento, oltre che il Governo. Siamo di fronte a povertà note, ma anche a ‘nuovi poveri’: circa un terzo delle 450.000 richieste arrivate alle parrocchie durante il lockdown. La fotografia Caritas è ovviamente parziale. Sono state centinaia le associazioni, più o meno strutturate, che hanno assistito milioni di persone, centinaia di migliaia i famiglie. Di fronte a tale quadro, è ingiustificabile allocare le scarse risorse pubbliche disponibili su interventi decisamente non prioritari: nel Decreto Rilancio, si taglia per 4 miliardi l’IRAP non soltanto alle imprese che hanno avuto una contrazione di fatturato a causa del Covid-19, ma a tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato, anche a quelle che nel 2019 hanno fatto tanti utili. Un intervento selettivo avrebbe liberato circa 2 miliardi di euro. Invece, nonostante gli emendamenti proposti al
DL Bilancio, si è confermato l’ingiusto taglio. Così, si è fatta l’elemosina alle famiglie più in sofferenza: meno di un miliardo per il Reddito di Emergenza e poche decine di milioni per oltre mezzo milione di domande di contributo agli affitti. Come ormai evidente, gli interessi più forti della fase pre-Covid sono ancora più forti oggi e si prendono una fetta ingiusta della torta. È urgente, a partire dal prossimo decreto, una netta inversione di rotta per la giustizia sociale e anche l’efficacia ai fini del ‘rilancio’ delle risorse spese.

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