Entro primavera si torna ad applicare il Patto di Stabilità. È l’annuncio del Vice-Presidente della Commissione Ue. Il “nulla sarà come prima”, la
retorica del lockdown, ha lasciato subito il posto al ‘business as usual’. Come se il Covid-19 fosse una semplice parentesi, una temporanea interruzione di un impianto di politica economica funzionante e non un fattore di drammatico aggravamento delle divergenze sociali e territoriali alimentate da un ordine insostenibile. Ma, almeno, Mr Dombrovskis ha il pregio della chiarezza. Nella annunciata prospettiva della riattivazione del Patto di Stabilità, ricorrere al Mes vuol dire avviarsi a un programma di aggiustamento macroeconomico e strutturale. Non a causa delle condiIonalità all’accesso che non ci sono. Ma in conseguenza del rischio di solvibilità del debitore del Mes, rischio oggettivamente presente, quando il nostro debito raggiunge il 170% del Pil dentro uno scenario anemico. L’intervista di Dombrovskis evidenzia che la svolta europea non c’è. La può compiere soltanto la Bce con l’aumento degli acquisti e la sterilizzazione dei Titoli di Stato in mano alle Banche centrali nazionali. Altrimenti, il ritorno del Patro di Stabilità e il Mes portano alla Troika.

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