Le previsioni comunicate oggi dalla Commissione europea rendono evidente la profondità e la durata dei danni determinati dal Covid-19: per l’Unione europea, in generale, e per l’Italia in particolare. Ai danni inevitabili, corriamo sempre più il rischio di aggiungere le conseguenze di aspettative negative, ossia danni evitabili con adeguati interventi immediati. La domanda interna è la variabile decisiva da alimentare attraverso gli investimenti pubblici in piccole opere, trasferimenti ai Comuni, ammortizzatori sociali a chi rimane senza lavoro e alle famiglie più in difficoltà . Non funzionano riduzioni a pioggia di Irpef e cuneo fiscale. Va accelerato il terzo scostamento del deficit dall’obiettivo già riprogrammato: sono necessari 20-25 miliardi nel 2020 per approvare subito un decreto per sostegni selettivi e consistenti al lavoro, alle famiglie e alle imprese. La tabella di marcia definita dal Governo non va bene. Non si può aspettare fine luglio o inizio agosto. L’incertezza sull’autunno diventa paura di spendere e di investire e aggrava il crollo del Pil. Non si costruisce futuro sull’angoscia del presente.
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