Non condivido la scelta di prorogare lo stato di emergenza. Lo stato di emergenza è uno stato di eccezione. Non può essere motivato con la semplicità amministrativa per dare continuità ai provvedimenti adottati nei mesi scorsi. Può essere giustificato soltanto da condizioni emergenziali sul piano sanitario, come abbiamo vissuto a Febbraio e che non vi sono ora, grazie innanzitutto alle decisioni coraggiose del Governo, del personale sanitario e di tutti i nostri concittadini. Per prorogare, ma secondo il principio di proporzionalità, le misure ancora necessarie esistono sia i Decreti Legge che le ordinanze ministeriali. Del resto, le misure da prorogare oggi lo saranno certamente anche dopo il 15 Ottobre. È indubbio che, nel confronto con il Parlamento, il governo abbia ascoltato e corretto significativamente l’impostazione iniziale. Infatti, la risoluzione proposta dalla maggioranza impegna il Governo a utilizzare il Decreto Legge prima di emanare i Dpcm e a venire in Parlamento prima di firmare i Dpcm. Ma rimane un potere legislativo concentrato in via ordinaria sull’esecutivo. Si consolidano precedenti pericolosi. Nessuna condivisione delle accuse di volontà liberticida. Sono strumentali e totalmente infondate. Nessuna sottovalutazione del rischio del virus ancora in circolazione e con il quale dobbiamo convivere. Ma cessare lo stato di emergenza non implica smantellare le restrizioni o eliminare gli obblighi di mascherine e distanziamento fisico. Vuol dire recuperare l’ordinaria divisione dei poteri e evitare di alimentare aspettative negative di famiglie e imprenditori. Per tali ragioni, non ho votato a favore della risoluzione della maggioranza oggi alla Camera.
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