È davvero surreale, in relazione alla revisione del Mes, la totale impermeabilità alla realtà dell’Eurogruppo svolto ieri a Berlino. Da Giugno 2019, quando è stata definita la revisione dello statuto del Meccanismo, è radicalmente e drammaticamente cambiata la fase: siamo in cronica deflazione; il Pil dell’Eurozona collassa come in un’economia di guerra; si indebolisce per ragioni strutturali il motore mercantilista, ancor di più con la rivalutazione dell’euro; si impennano ovunque i debiti pubblici, in particolare negli Stati più esposti come l’Italia, ma dall’Eurogruppo, in modo irresponsabile, si punta a confermare una revisione che aggrava i rischi di default degli Stati e delle banche più in difficoltà con le modifiche previste agli strumenti di assistenza finanziaria. Ancora più surreale, la richiesta di firmare la revisione del Mes per consentire l’avvio di un’unione bancaria in realtà bloccata dalla resistenza di diversi Stati, in particolare dalla Germania. Il parlamento italiano, a Dicembre dello scorso anno, si è espresso con una chiara risoluzione e ha impegnato il Governo Conte e il Ministro Gualtieri ad una “logica di pacchetto” e a correzioni significative prima di definire la posizione dell’Italia sulla revisione del Mes. In sintesi, non c’erano allora e ci sono ancora meno oggi le condizioni per sottoscrivere il Mes revisionato.
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