L’ASSEMBLEA CAPITOLINA
IMPEGNA LA SINDACA E LA GIUNTA
a farsi parte attiva affinché Roma Capitale:
• ritiri il parere positivo emesso da Roma Capitale – Dipartimento Sviluppo Infrastrutture – Opere Idrauliche nell’ambito della Conferenza di Servizi decisoria convocata il 24 giugno u.s. dalla Regione Lazio con lo scopo di concedere ad ACEA s.p.a il diritto di attingere acqua dal fiume Tevere a fini idropotabili;
• come socio di maggioranza di Acea S.p.A., ponga in essere tutte le iniziative utili finalizzate allo stanziamento degli investimenti necessari affinché le perdite delle reti idriche dell’ATO 2 del Lazio siano ridotte progressivamente al 20%, la percentuale di perdite fisiologiche ammissibili entro 5 anni;
• come socio di maggioranza di Acea S.p.A., ponga in essere tutte le iniziative, inclusa la rimozione dei vertici in caso di perdurante inadempienza, volte a garantire il rispetto degli obblighi di trasparenza e pubblicità delle informazioni ambientali e delle informazioni attinenti alla funzionalità, efficienza, efficacia ed economicità della gestione del Servizio Idrico Integrato (incluso il tasso di perdite idriche di rete), formate e/o detenute dalla suddetta Società/Gruppo, anche nelle sue varie articolazioni di gestione del Servizio Idrico Integrato, sia in favore del pubblico degli utenti (mediante integrale pubblicazione dei dati
soggetti ex lege a pubblicità nonché anche a semplice richiesta degli utenti), sia nei confronti del Garante del Servizio Idrico Integrato;
• richieda alla Giunta regionale e al Consiglio Regionale del Lazio di ripristinare il divieto di autorizzazione di scarichi industriali di qualsiasi genere in acque superficiali utilizzate o destinate ad essere utilizzate ad uso idropotabile, come era previsto nel previgente Piano di Tutela delle Acque e come era inizialmente ribadito dal comma 2 dell’art. 12 della proposta di NTA di aggiornamento al PTAR, sottoposte a VAS, poi illegittimamente modificato nel testo attualmente in vigore con emendamento (non sottoposto a VAS) approvato nella competente Commissione del Consiglio Regionale del Lazio;
• ponga in essere tutte le iniziative volte a mantenere l’impianto sito in località Grottarossa per fini esclusivamente non potabili (innaffiamento, lavaggio strade, ecc.);
• ponga in essere tutte le iniziative utili volte ad escludere l’utilizzo, esclusivo e/o in miscelazione, nell’attuale rete idropotabile capitolina e laziale di acque comunque provenienti dal suddetto o da analoghi impianti di potabilizzazione, con esclusione espressa anche per il futuro dell’utilizzo di tecnologie di cui non sia comprovata e garantita dal gestore, con assoluta certezza, l’idoneità ad eliminare completamente, in qualunque condizione di funzionamento, anche eccezionale e straordinaria, la totalità delle possibili sostanze nocive come metalli pesanti, idrocarburi e microplastiche, che diversi studi scientifici dimostrano essere presenti nel Tevere;
• ponga in essere, in collaborazione con le altre Istituzioni competenti, tutte le iniziative utili volte a mettere in atto, con estrema urgenza, anche con l’utilizzo dei fondi europei a tal fine disponibili, una completa bonifica e risanamento del fiume Tevere che prenda in considerazione lo stato di inquinamento e la presenza di materiali inquinanti nel suo letto, nell’acqua e sulle rive, procedendo al potenziamento e alla messa a norma dei sistemi di depurazione delle acque e all’eliminazione degli scarichi industriali e civili incompatibili con il buono stato ecologico, fisico e chimico delle acque, e che restituisca il corpo idrico in questione alla sua naturale destinazione agli usi compatibili.
Roma, 2 novembre 2020

Stefano Fassina

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