Gli emendamenti su Roma Capitale (dai poteri speciali, al fondo da un miliardo di euro, ai soldi per la Metro C) alla manovra in discussione in commissione Bilancio alla Camera sembrano destinati ad avere il fiato corto.  La causa e’ tutta nella mancata costruzione da parte della sindaca della Capitale, Virginia Raggi, di un percorso politico: Gli emendamenti sono tutti condivisibili, affrontano problemi veri come poteri e risorse, se non fossi stato relatore li avrei firmati, ma sono decontestualizzati e questo e’ il limite fondamentale che ha avuto l’iniziativa della sindaca di Roma. Emendamenti cosi’ impegnativi sul piano finanziario e ordinamentale richiedono di affrontare prima sul piano politico in modo sistematico il tema di Roma come questione nazionale. Questo non e’ avvenuto e quindi sara’ difficile, nonostante l’impegno che potranno metterci i parlamentari romani,trovare le coperture per un risultato positivo. Sono stati improvvisati come emendamenti invece dovrebbero essere parte di una proposta politica condivisa da tutti i gruppi parlamentari.
Non siamo riusciti a calendarizzare nemmeno la mozione sul 150esimo di Roma capitale. C’e’ un problema politico che non si risolve con la legge di bilancio. Gli emendamenti che insistono sulla Capitale, anche con impegni finanziari consistenti, possono trovare sostegno se sono conseguenza di una proposta politica condivisa, che e’ necessaria e’ urgente. E’ mancata la leadership politica del Campidoglio per costruire il quadro in cui gli interventi potessero essere finanziati, tutto questo nonostante noi parlamentari romani dell’Osservatorio su Roma abbiamo piu’ volte sollecitato la sindaca nei mesi scorsi affinche’ prendesse una iniziativa. 

Insomma i grandi interventi (poteri e risorse) di cui necessita la Capitale non possono essere il prodotto di emendamenti in commissione. Sono un atto di disperazione a causa dell’assenza di un quadro politico di cui Raggi e’ responsabile primaria. Chi fa il sindaco di Roma innanzitutto dovrebbe porre nell’agenda del governo e del parlamento la questione romana, senza questo non e’ che si fa un emendamento da un miliardo e viene approvato”. A questo punto le speranze per Roma vanno riposte nel Recovery fund e in un diverso percorso parlamentare per poteri speciali e risorse: “Il Recovery fund e’ una partita importante ma Roma deve avere compitamente cio’ che merita la Capitale del Paese con interventi sull’aspetto istituzionale, sui poteri e le risorse ordinarie. Quelli del Recovery sono finanziamenti una tantum, e Roma in quell’ambito deve avere cio’ che merita come capitale, poi ci sono le risorse ordinarie drammaticamente inadeguate. La legge di bilancio non e’ la sede per affrontare i temi dei poteri e delle forse a questi collegati. E’ un nodo politico istituzionale che merita un’iniziativa legislativa ad hoc e che va vagliato intanto dalla commissione Affari istituzionali”. Per questo motivo “c’e’ bisogno di un’offensiva politica, che deve avere una leadership dal Campidoglio, per mettere Roma capitale nell’agenda del governo e del Parlamento. Bisogna fare prima questo passaggio, poi ci sono gli atti legislativi opportuni. Non si tratta una questione politica di rilevanza nazionale con emendamenti alla legge bilancio. Sono privi del quadro politico necessario per farli andare avanti.

Comments are closed

Latest Comments

Nessun commento da mostrare.