I dati Istat di oggi sull’impennata della povertà ed il crollo dei consumi delle famiglie dovrebbero per lo meno far tacere quanti continuano ad attaccare il Reddito di Cittadinanza per ragioni politiche o indifferenza classista. Se prima il Reddito di Inserimento e poi, con un notevole impegno politico del M5S e finanziario del Governo Conte, il RdC non fossero stati introdotti, il numero di persone in poverta’ assoluta sarebbe stato ancora piu’ drammatico. Il Decreto Sostegni in fase di preparazione deve aumentare in modo consistente la dotazione del RdC. Deve anche intervenire sulla principale conseguenza dell’aumento della povertà: la perdita della casa. A tal fine, è necessario semplificare e potenziare il sostegno agli affitti per evitare gli sfratti e i relativi blocchi ed è urgente includere nel Pnrr un piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica a canone sociale. Sono imbarazzanti gli attacchi delle destre liberiste e cosiddette sociali contro il RdC con l’accusa di inefficacia dello strumento a introdurre al lavoro i beneficiari: la parte del RdC relativa alle politiche attive è divenuta operativa alla fine del 2019 quando l’Italia entrava in recessione. Poi, c’è stato il baratro del 2020 con la perdita di 700.000 posto di lavoro. Chi ha davvero a cuore la famiglia, soprattuto quella con figli, oggi deve avere come priorità il potenziamento del RdC.

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