Ieri, prima di andare a Piazza dell’Immacolata a San Lorenzo per il presidio per l’atroce assassinio di Desireè, sono intervenuto all’assemblea nazionale di Sinistra Italiana. Ho ribadito i punti sui quali insisto da tempo: abbiamo perso troppo tempo. La discussione e le scelte sul futuro di LeU sono state sequestrate in un gruppo dirigente ristretto, chiuso, incerto, uscito malconcio dal 4 Marzo. Dobbiamo dare la possibilità di partecipare attivamente e scegliere a tutti quanti vogliono fare di LeU un partito compiuto, autonomo sul piano culturale prima che politico e elettorale. Nonostante noi, si sono strutturati comitati di LeU in tante città . Si sono anche dovuti autoconvocare. Ho proposto di chiedere al Presidente Grasso di dare operatività alla sua lettera di qualche giorno fa e convocare per metà novembre l’Assemblea Nazionale di LeU affinché, in quella sede, si possa scegliere l’impianto e le modalità sulle quali avviare il percorso costituente di LeU e di fronte a proposte incompatibili dividersi. Un atto unilaterale da parte di Sinistra Italiana di chiusura di LeU e per la riedizione dell’ennesima Lista Tsipras, segnata da retorico europeismo, oltre a non funzionare sul piano elettorale, perderebbe tante donne e uomini preziosi in una fase difficilissima. Senza una proposta politico-programmatica distintiva, innanzitutto sulla sovranità costituzionale, rimaniamo in uno spazio identitario marginale. Il documento finale, al voto del quale insieme ad altri non ho partecipato, ha definito una strada diversa: Sinistra Italiana va avanti con chi ci sta, in continuità con il cosmopolitismo e l’astratta fede europeista, senza attenzione al passaggio storico di ridefinizione del nesso nazionale-sovranazionale.
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