Un processo partecipativo da svolgere in due mesi è uno schiaffo alla vera partecipazione. Il processo sul Santa Maria della Pietà non può diventare un mezzo di propaganda elettorale ed essere fatto in fretta e furia per far vedere all’elettorato che l’amministrazione Raggi ha raggiunto un risultato. La Consulta appositamente prevista dalla Delibera 49/15 deve potersi esprimere sull’utilizzo di tutti i 37 padiglioni del complesso, entrando nel merito delle valutazioni tecnico economiche e lasciando ai cittadini la possibilità di esprimersi pienamente. Altrimenti si rischia di rendere il processo partecipativo una farsa, con una mera alzata di mano per l’approvazione dei lavori svolti in autonomia dagli uffici tecnici. Questo tipo di approccio disillude anche il regolamento comunale sulla partecipazione, offendendo i percorsi di dialogo e confronto che, in questi anni, sono stati portati avanti dalle associazioni e dai comitati del Municipio XIV. Sempre tenendo conto che la centralità urbana del SMdP ha una valenza che coinvolge l’intera città e non solo il territorio municipale. L’amministrazione torni sui suoi passi e cerchi di permettere la più ampia possibilità di partecipare alla progettazione urbanistica di un quadrante importante della città di Roma.

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