Si è conclusa la mia esperienza di consigliere comunale di Roma Capitale. Sento il dovere morale e politico di un breve rendiconto della mia attività. Sono stato eletto 5 anni fa, era Giugno 2016, come candidato Sindaco per la lista “Sinistra per Roma”. Sono stati 5 anni intensissimi, bellissimi, faticosissimi. Aggiungerei, con un pizzico di presunzione, 5 anni utili alla parte di città che ci aveva dato fiducia. Mi sento di affermare, con un ulteriore pizzico di presunzione, 5 anni utili anche ai settori sociali più in difficoltà che, spesso abbandonati dal centrosinistra, si erano rivolti al M5S ma sono presto rimasti senza risposte o hanno subìto risposte radicalmente contraddittorie rispetto alle facili promesse elettorali. Sono stati 5 anni di irrobustimento e spesso di ricostruzione di legami di rappresentanza. Sono stato un “consigliere di strada”, presente il più possibile nei luoghi dei conflitti e delle emergenze della nostra vasta città: da Valle Galeria a Tor Bella Monaca, da Casal Bruciato a Spinaceto, da Cardinal Capranica a Val Cannuta.
In Assemblea Capitolina, mi sono comportato sempre da consigliere di minoranza, non di opposizione: sulle proposte della Giunta Raggi, ho preso posizione e ho votato in riferimento al programma di Sinistra per Roma, senza pregiudizi. Quindi, qualche volta a favore, spesso, sempre più spesso, in particolare sulle “municipalizzate”, contro ma sempre attento al merito. Nell’attività di consigliere comunale di Sinistra per Roma, ho seguito tutti i temi più importanti portati in aula Giulio Cesare, ma ho dato massima attenzione alle questioni sociali squadernate in una Capitale sempre più piagata dalla precarietà e dallo sfruttamento del lavoro e dalle disuguaglianze: ho concentrato il mio impegno per la ristrutturazione delle aziende partecipate e per la re-internalizzazione dei servizi fondamentali e delle lavoratrici e dei lavoratori in esse impegnati (qualche punto lo abbiamo segnato, ad es. per gli Aec, gli assistenti educativi e culturali per gli studenti con disabilità); per il diritto all’abitare; per la difesa del tessuto associativo dagli attacchi della Giunta Raggi a colpi di Delibera 140/2015.
A seguito della tragedia del Covid, ho lavorato per soccorrere l’universo del commercio anche ambulante, dei tassisti e dei servizi, in particolare le attività culturali e ricreative. Nell’attività quotidiana in Campidoglio e nel dibattito pubblico e politico, sono stato colpito dall’attenzione dedicata al decoro urbano e dall’indifferenza riservata al degrado sociale. Rabbia verso gli scarti materiali. Rassegnazione verso gli “scarti umani”. Da ottobre prossimo, continuerò a impegnarmi per Roma “soltanto” da Deputato della Repubblica. Non mi ricandido per il Consiglio Comunale, nonostante le tante gratificanti richieste. E’ giusto e utile promuovere il rinnovamento, qualificato, della classe dirigente. Sono tante le donne e gli uomini dotati dello spessore morale, delle potenziali capacità amministrative e della credibilità personale e politica per svolgere un adeguato lavoro di rappresentanza istituzionale. Lungo le strade di Roma, anche nelle condizioni più dure, ho incrociato per tanti anni Giuseppe Libutti, un giovane avvocato, molto preparato sul piano professionale e molto impegnato sul versante sociale e della Costituzione (Giuseppe è anche vice-Presidente dell’Associazione “Attuare la Costituzione”, guidata da Paolo Maddalena). Giuseppe non è espressione retorica di “società civile”. E’ società civile di provata esperienza sociale e politica, politica intesa come attività al servizio della Polis. E’ candidato al Consiglio Comunale di Roma Capitale nella lista Sinistra Civica Ecologista, nella coalizione per Roberto Gualtieri Sindaco. Lo sosterrò e chiederò di sostenerlo.
Infine, per chi ancora prova a screditare il mio impegno in Campidoglio in quanto svolto contestualmente al lavoro di parlamentare, ribadisco che l’attività in Assemblea Capitolina è stata, ovviamente, senza remunerazione. Evidenzio anche che, dati i compensi a gettone previsti per chi occupa gli scranni dell’aula Giulio Cesare, per poter svolgere pur al minimo la funzione di consigliere comunale, è inevitabile fare un’altro lavoro, a meno di non essere ricchi o pensionati. Anzi, sottolineo che il privilegio di fare il parlamentare mi ha consentito di aiutare l’attività di consigliere comunale, da ultimo, soltanto per fare un esempio, con l’approvazione dell’emendamento per le società municipalizzate, in particolare Farmacap.
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